Il trauma ha origine nella risposta del sistema nervoso, in particolare nel sistema nervoso autonomo (SNA) che regola tutte le funzioni di base del nostro corpo.
Il SNA comprende due rami: il sistema nervoso simpatico (SNS) e il sistema nervoso parasimpatico (SNP). Per molti aspetti, essi sono immagini specchio l’uno dell’altro, perché controllano reazioni fisiche ed emotive opposte, a seconda dell’ambiente esterno in cui percepiamo
di essere in un determinato momento.
Il SNS aiuta il nostro corpo a prepararsi per l’azione. Noi momenti di stress o attivazione, sia positiva che negativa, aumenta la sua attività per far fronte all’esperienza in cui è chiamato ad
avere una risposta attiva. Quindi aumenta il battito cardiaco, la respirazione e la pressione sanguigna, trasferendo in questo modo il sangue verso i muscoli per permettere che i movimenti siano più rapidi. Si restringono i vasi sanguigni e si ritira il sangue dalla periferia cutanea per
prepararsi a potenziali lesioni fisiche, infatti la pelle diventa pallida e fretta. Vescica e intestino vengono contratti, in modo da bloccare la secrezione dei fluidi corporei. Si dilatano le pupille per
favorire uno sguardo focalizzato.
Insomma, tutto il corpo di prepara a una azione pronta, rapida ed efficace.
Il SNP, invece, ci aiuta a rilassarci, a scaricarci, a riorganizzarci e rigenerarci dopo che è passata una minaccia o uno stress, in seguito all’attivazione del SNS. Si allenta così la tensione muscolare, diminuisce il battito cardiaco e la pressione sanguigna, il respiro diventa più calmo, il
sangue più tornare a confluire nei vasi periferici, e la nostra pelle torna a una temperatura più calda e al suo normale rossore, vescica e intestino si “allentano”, in modo da riprendere la normale secrezione, e il sistema immunitario può riprendere la sua funzione regolatrice e di difesa.
I due sistemi lavorano quindi in armonia, alternando fluidamente la loro funzione: in una risposta sana alla minaccia, il SNP “lascia andare il suo freno”, per mettendo al SNS di aumentare l’attivazione e prepararsi a rispondere alla minaccia percepita; quando l’azione – che in caso di
evento percepito come minaccia implica fondamentalmente le azioni di attacco o di fuga – è terminata e andata “ a buon fine”, il SNS permette al SNP di favorire il rilassamento e il ripristino di un normale equilibrio. Nel metodo Somatic Experiencin si sottolinea come l’attivazione si risolva
quando l’energia attivata nel corpo per reagire alla minaccia viene completamente scaricata all’esterno, invece di rimanere bloccata nel SNA.
L’esperienza viene invece vissuta come sopraffacente quando le fisiologiche reazioni di attacco e fuga non riescono ad adempiere alla loro funzione difensiva e l’energia che si era prodotta nell’attivazione del SNS rimane bloccata nel sistema nervoso autonomo (Levine, 2010).
Questo blocco può generare nella persona uno stato di iperattivazione del SNS, portando la fisiologia a reagire nel corso della vita come se la minaccia fosse costante, oppure può portare alla
situazione in cui il SNP “resta in funzione”, sovrapponendo così un blocco forzato all’altissima attivazione del SNS, invece di permettere la scarica dell’energia in esso contenuta.
Questi differenti stati, se diventano schemi fissi di reazione, sono entrambi elementi di
rischio per una psicopatologia o per uno stato di disagio più o meno invalidante.
In generale, nel caso di sovrattivazione del SNS a livello fisico si potranno generare un
tendente aumento del battito cardiaco, difficoltà a respirare, formicolii, tensione muscolare, risposta di trasalimento esagerata, dolore cronico, incapacità di dormire o rilassarsi; a livello emozionale si
potranno manifestare tendenza all’ansia, attacchi di panico, manie, scoppi d’ira, ipervigilanza, pensieri veloci, preoccupazione costante.
Nel caso di sovrattivazione del SNP, a livello fisico si potranno generare basso tono di energia, sfinimento, stordimento e ridotta sensibilità, scarso tono muscolare, ridotta digestione, battito cardiaco o pressione sanguigna bassi, ridotto funzionamento del sistema immunitario; a
livello emozionale si potranno manifestare depressione, dissociazione, apatia, sconnessione nelle relazioni, ridotta capacità di risposta.
In molti casi, rimangono sovrattivati simultaneamente entrambi i rami del sistema nervoso autonomo: ansia nascosta sotto la depressione, rigidità in una parte del corpo con scarso tono muscolare nel resto del corpo, diarrea alternata a costipazione.
La comprensione della connessione corpo-cervello è fondamentale per la diagnosi e la cura del trauma: «questa comunicazione bidirezionale tra corpo e mente è stata a lungo ignorata dalla scienza occidentale, rappresentando invece, una parte fondante delle pratiche di guarigione tradizionali in molte altre parti del mondo, in special modo in India e in Cina. Oggi tutto ciò sta
trasformando la nostra comprensione del trauma e della sua cura» (Van der Kolk, 2014).